mercoledì 10 novembre 2010

Licenziati e poi riassunti come precari

"Con il lavoro precario non si esce dalla crisi."
Parte da questo assunto la Cgil alta Umbria per denunciare, con una nota a firma di Alessandro Piergentili
"il ripetersi da diversi mesi di situazioni nelle quali aziende procedono ai licenziamenti di personale stabile con contratti a tempo determinato che poi riassumono attraverso agenzie di lavoro interinale con contratti precari."
Scrive Piergentili:
"Di recente una azienda del grafico cartotecnico di Città di Castello ha provveduto al licenziamento di sei lavoratori pur utilizzando la cassa integrazione in deroga e poi queste persone sono state riassunte tramite agenzia di lavoro interinale con contratti precari di alcuni mesi. Questa vicenda insieme ad altre fanno emergere situazioni intollerabili nelle quali pur in presenza di lavoro e di commesse vi sono operazioni spregiudicate di soggetti imprenditoriali senza scrupoli che intendono sostituire occupazione stabile con occupazione precaria nonostante i richiami di autorevoli personaggi pubblici delle istituzioni e dell'economia."
"La nostra denuncia - prosegue Piergentili - intende essere un richiamo forte nei confronti del sistema imprenditoriale e delle stesse associazioni degli imprenditori ai quali chiediamo coerenza rispetto alle affermazioni pubbliche che si fanno e di isolare questi comportamenti che sicuramente introducono non solo elementi di damping tra le aziende ma mortificano le persone e le professionalità presenti nelle aziende, ed inibiscono anche la possibilità di uscire dalla attuale crisi, aggravando il disagio sociale ed l'insicurezza delle persone, causa anche della attuale crisi economica e sociale."
La Cgil Alta Umbria si rivolge poi ai soggetti pubblici e privati, ad iniziare dagli studi di consulenza che agiscono nell'ambito del lavoro e delle imprese, perchè attuino un maggior controllo per evitare che questi atteggiamenti si amplificano. La Cgil invita inoltre i lavoratori, soggetti di questi soprusi, a reagire attraverso l'azione sindacale, per contrastare queste pratiche che rischiano
"di indebolire ulteriormente i diritti delle persone e le possibilità di uscita dalla crisi di un territorio che ha tutte le potenzialità per imboccare la strada di un nuovo modello di sviluppo che dia lavoro."
La Cgil ricorda nell'occasione anche la manifestazione del 27 novembre a Roma
Corriere dell'Umbria Mercoledì 10 Novembre 2010

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