lunedì 31 gennaio 2011

Dopo il crollo della diga di Montedoglio agricoltori in ansia per l’acqua

Hanno parlato i tecnici illustrando quello che sarà il futuro tecnico della diga di Montedoglio dopo la paura del mese scorso. Hanno parlato riportando elementi rassicuranti per quanto riguarda la sicurezza, elementi che sono comunque stati frutto di un acceso dibattito in consiglio comunale. Tutti concordi sulla sicurezza da ripristinare al più preso e convinti che comunque la magistratura che ha aperto una inchiesta al riguardo faccia chiarezza al più presto sulle modalità e soprattutto sulle responsabilità, non dimenticando che la diga è una fonte di vita per molti. Un fatto non passato in secondo piano e che ha visto interventi da parti di alcuni consiglieri. Uno di questi è stato appunto Francesco Monini consigliere comunale del Partito socialista, che ha voluto così dare voce agli agricoltori della Vatiberina, sicuramente tra i più penalizzati e tra i più allarmati da questa incredibile vicenda. Una parte vitale dell'economia locale che venendo a mancare un bacino importante per l'attingimento vede avvicinarsi lo spettro di una estate con poca, se non pochissima acqua a disposizione per le colture. Monini ha chiesto
"chiarimenti sul fatto che il collaudo che era in atto al momento del crollo non sia stato comunicato agli enti istituzionali e alla protezione civile" e "sulle implicazioni della costruzione dell'invaso in area sismica"
, prima di affrontare le questioni rilevanti che riguardano l'agricoltura.
"Ringrazio l'assessore Cecchini per le garanzie agli agricoltori sull'uso irriguo nei prossimi tre anni - ha affermato l'esponente della maggioranza - ma che succede agli agricoltori con i metri cubi persi, visto che pagano profumatamente l'acqua? Questo è un tema da affrontare insieme alla garanzia che non ci siano ripercussioni nei mesi estivi per quanto riguarda le ordinanze che stabiliscono gli orari di attingimento. C'è stato un problema, cerchiamo di non crearne altri agli agricoltori"
, ha concluso Monini. Allarme sulla sicurezza dell'invaso è stato invece espresso da Mauro Alcherigi che ha voluto rimarcare una questione ""c'è una preoccupazione fondata per la situazione della diga - ha rilevato Alcherigi - in presenza di due ipotesi per il crollo, il cedimento della fondazione o il cedimento dei giunti tra i conci, che destano inquietudine
". Prima dell'acqua da bere e dell'acqua per l'agricoltura - ha concluso il capogruppo del Prc - c'è il fatto che la diga è una minaccia che deve essere scongiurata. Se il direttore dell'Ente Irriguo non si spiega il crollo, come ha dichiarato di recente, da cittadino mi sento preoccupato e mi sarei aspettato una risposta tecnica certa, visto che è trascorso più di un mese dal crollo"

Claudio Bianchi

Corriere dell'Umbria Sabato 29 Gennaio 2011

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