lunedì 21 febbraio 2011

Gruppi d’acquisto solidali: pagare meno e mangiare meglio

C'è chi è stanco di pagare più dei dovuto i prodotti agro alimentari, chi non si fida della qualità della grande distribuzione e chi, semplicemente, vuole valorizzare i piccoli produttori agricoli locali. Dall'inizio di quest'anno in Umbria queste scelte sono più facili grazie ad una legge regionale all'avanguardia per ora unica nel territorio nazionale - per quanto riguarda il sostegno ai gruppi d'acquisto solidali (Gas).Un Gas è composto da persone organizzate per comprare insieme direttamente dai produttori legumi, frutta, verdura, cerali, animali da cortile e quant'altro finisce nelle loro tavole; i criteri possono essere svariati: la ricerca del biologico, del biodinamico, la filiera corta, come la scelta di sostenere progetti di agricoltura sociale, cioè, tutto ciò che integra attività produttiva agricola e offerta di servizi a supporto di soggetti socialmente svantaggiati.I numeri parlano chiaro: se con i mercati economici tradizionali, che si basano sulla vendita dell' agricoltore alla grande distribuzione (filiera lunga), una famiglia di coltivatori si può mantenere con 1000 famiglie di consumatori, con la filiera corta il quoziente diventa di 1 a 100. Ed è grazie a questo rapporto che una piccola azienda agricola biologica altotiberina è diventata in meno di dieci anni una delle fornitrici più accreditate di gruppi di acquisto di mezza Italia.

"Siamo partiti nel 2002 con produzioni di cerali e legumi biologici in circa un ettaro di terreno, poi negli anni siamo passati anche alle patate, ma la grande distribuzione non ci permetteva di sopravvivere", racconta Luca Stalteri del "Il Lombrico Felice in località Gallinao"`Nel 2007 abbiamo iniziato la vendita al dettaglio di ortaggi ed a rifornire i primi gruppi d'acquisto; grazie ai Gas ora ci siamo espansi a tre ettari coltivati e con l'azienda ci campano tre famiglie e qualche operaio.[…]

Le "Norme per il sostegno dei Gas e per la promozione dei prodotti alimentari da filiera corta e di qualità", redatte dai consiglieri regionali Idv Dottorini e Brutti ed approvate dalla Regione dell'Umbria a fine gennaio 2011, tendono a valorizzare le modalità di distribuzione alimentare diretta tra produttori e consumatori, singoli o organizzati. I criteri per accedere ai finanziamenti sono: essere un'associazione senza fini di lucro; avere un tetto minimo di partecipanti al gruppo d'acquisto di 15 unità; la preesistenza del Gas da almeno sei mesi prima della richiesta di finanziamento e dimostrare l'avvenuto scambio. L'aiuto economico consiste in un massimo di 5mila euro per Gas a fondo perduto per sostenere le spese di funzionamento, contributi distribuiti in proporzione al numero dei partecipanti al gruppo d'acquisto, con preferenza verso le aziende biologiche, di agricoltura sociale ed a chilometri zero (che operano, cioè, nel raggio di 40 chilometri) per un totale di 70mila euro di finanziati per il 2010. Ad oggi riforniamo più di 200 famiglie organizzate in Gas sparsi per tutta Italia", conclude Stalteri. Chi si è adoperato per organizzare un Gas è l'associazione "Punto Verde" di Città di Castello: "Da circa un anno abbiamo un progetto di agricoltura sociale nelle campagne del Monte Santa Maria Tiberina; siamo partiti da zero con il solo aiuto della curia tifernate che ha creduto nel progetto affittandoci una casa e tre ettari di terra ad un prezzo di favore", racconta Emanuele Gonzales dell'associazione. " Il nostro progetto prevede il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati grazie all' agricoltura, ma non è facile perché oltre alle difficoltà burocratiche si devono fare i conti con i pregiudizi. Comunque, grazie a bandi regionali siamo diventati apicoltori, e poi abbiamo provato ad organizzare un piccolo gruppo d'acquisto a Città di Castello ricorrendo anche ad altre aziende agricole del territorio, tutto a km 0. I problemi logistici sono tanti: dal trasporto, alla consegna, sono le spese di funzionamento che scoraggiano. Grazie alla nuova legge regionale speriamo di superare le difficoltà che abbiamo e coinvolgere sempre più persone nella promozione e diffusione della cultura del consumo di prodotti alimentari sani", chiosa Gonzales.

Corriere dell'Umbria Lunedì 21 Febbraio 2011

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