sabato 13 settembre 2008

L'eredità di Burri fra la fondazione Palazzo Albizzini-Collezione Burri e gli eredi di Minsa Craig

C'è voluto un anno preciso per riuscire a trovare e leggere cosa ci fosse scritto nell'accordo transattivo stipulato nel luglio 2007 fra la fondazione Palazzo Albizzini-Collezione Burri e gli eredi di Minsa Craig, moglie del maestro tifernate.
Accordo che doveva, chissà mai perché, rimanere segreto nonostante alcuni dei soggetti che si dovevano conformare all'accordo, come la Regione, il ministero dei Beni e Attività culturali, le Soprintendenze, fossero istituzioni pubbliche e nonostante il Comune di Città di Castello è presente per il 25% nel consiglio di amministrazione della suddetta Fondazione.
Quindi, che mistero c'era sotto? Una Fondazione che coinvolge enti pubblici non ha l'obbligo di essere trasparente.
Cosa contiene quel documento di tanto speciale da dover essere secretato, ed è nazione in mano a pochi al punto che anche il primo cittadino della città, interpellato dall'opposizione, ha ammesso ad un certo punto di non averlo? In realtà, dopo il diniego della Fondazione a renderlo pubblico, come da accordo con la famiglia Craig inserito nell'atto stesso con clausola di riservatezza (art.12 : "Le parti si autorizzano reciprocamente ad esibire il presente accordo in originale o rilasciarne copia a terzi in ogni caso in cui ciò si renda indispensabile ai fini dell'esecuzione del presente accordo"), dopo l'inutile istanza presentata in sede consiliare da Lignani Marchesani, dopo l'appello a tenere le bocche cucite fatta ai consiglieri della Fondazione, bastava andare a Palazzo Cesaroni nella sede de consiglio regionale, presentarsi all'ufficio che si occupa delle persone giuridiche e delle fondazioni, e alla modica cifra di 3 euro e 50 ottenere copia della fatidica transazione.
Dopo averlo sfogliato attentamente alla ricerca dei passaggi "caldi", delle clausola legalmente "perigliose", dell'accordo "capestro" per uno dei due contendenti ci si rende conto che il mistero rimane un mistero perché cose non dette, tenute nascoste, da non far sapere a qualcuno non sembrano esserci.
Tranne forse una. I passaggi più importanti dell'accordo che ha messo la parola fine al contenzioso sull'eredità Burri con la Fondazione, aperto prima da Minsa Craig e poi, alla sua morte (il 1° novembre 2003 a Nizza) dal fratello Cecil, erano già stati resi noti all'indomani della firma: gli averi della vedova sarebbe andati al di lei fratello mentre tutto il patrimonio dell'artista tifernate restava di proprietà della Fondazione Albizzini come disposto dallo stesso Burri prima della morte con regolare dispositivo testamentario redatto presso il notaio Frillici di Foligno.
Tutti gli eredi Craig di qualsiasi generazione, si dice nell'accordo, rinunciano a qualsivoglia rivalsa futura: altro passaggio, molto importante, già ampiamente divulgato.
Le spese della transazione sono state divise a metà mentre i debiti ed ogni altra passività a carico dell'eredità di Minsa Craig sono stati assunti in via esclusiva dai congiunti della donna "i quali si impegnano a manlevare la Fondazione da qualsiasi pretesa o diritto di terzi."
Vale a dire avvocati e fornitori, studi notarili ed persino il Comune tifernate. "Ad eccezione" viene detto nell'articolo 2 e ripetuto nell'articolo 4 " di eventuali crediti dell'architetto Tiziano Sarteanesi a qualsiasi titolo."
"Sono le spese (una cifra intorno ai 78mila euro, n.d.r.) che Tiziano Sarteanesi ha sostenuto in passato quando era esecutore testamentario" chiarisce l'avvocato Michele Gambuli, vicepresidente della Fondazione Albizzini che con Sarteanesi ha portato a casa l'accordo transattivo.
"Per quel tipo di ufficio il mandato è assolutamente gratuito ma restano in piedi le spese vive. Abbiamo deciso che tali somme non dovevano gravare sui congiunti di Minsa ma sulla Fondazione." É ovvio che tale "privilegio" a molti creditori che dovranno, se vogliono riavere i soldi, aprire un contenzioso in America con i Craig, non sia piaciuto.
Perchè, dicono, solo Sarteanesi? Perchè in una transazione così dettagliata e delicata non viene precisato a quale titolo viene fatta questa eccezione? Nell'accettazione della proposta di accordo inviata il 20 luglio 2007 all'avvocato Distel di Parigi si parla anche a lungo dei "Ricordi di Burri", ovvero di quegli oggetti, appunti e documenti dell'artista che erano nella casa di Beaulieu sur Mer. "a titolo transattivo" si dice "i congiunti di Minsa Craig a fronte ed in contropartita delle rinunce cedono alla Fondazione i "Ricordi di Burri".
Si dice anche che "si impegnano a consegnarli alla Fondazione entro 20 giorni dalla data di efficacia".
Questo terzo comma dell'articolo 2 è nazione, però, ampiamente disatteso. "Noi pensavamo che ci fosse una collaborazione maggiore da parte dei congiunti di Minsa" precisa ancora Gambuli "per consentirci di entrare in possesso di un po' di materiale che sapevamo fosse abbondante nella casa di Beaulieu, cioè documenti e materiale fotografico, perchè Burri era anche un discreto fotografo, oltre a ricordi personali.
Il materiale ci avrebbe fatto comodo per documentare, come Fondazione, il personaggio e non solo il pittore.
Non è andata bene. Gli avvocati francesi ci hanno fatto sapere che in casa non c'era più niente". Ci sarebbe a questo punto da interrogarsi a chi ha giovato realmente la transazione. Ai Craig che si sono fatti forti in virtù di un semplice foglietto di carta olografo e vaneggiante, alla Fondazione che in pratica non ha ottenuto niente di oltre quanto non avesse già di diritto oppure agli avvocati che anche in questo caso hanno sparato parcelle da capogiro? Oltretutto pare che l'avvocato newyorkese Sweeney non fosse nemmeno in regola con la procura a trattare con la Fondazione per conto dei Craig.
Quindi il procedimento giudiziario intententato da Cecil Craig era nullo. Sembra, ma al momento sono solo voci che girano, che alcuni uomini politici umbri e nazionali intendano presentare alla Regione una richiesta di chiarimento su questo accordo transattivo esageratamente segretato.

Anna Lia Sabelli Fioretti dal Corriere dell'Umbria

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