"il mio è alto 1,50, mentre il tuo è 1,40."I tifernati lo vogliono di plastica. Quindi bando alle gare di altezza annuale, perché li non si sgarra, tanto è e tanto rimane. E addio pensieri sul dove collocarlo alla fine delle feste: su quale terreno depositarlo o (molto più facilmente) vicino a quale contenitore della spazzatura buttarlo. Che i dati di vendita degli abeti di Natale sia a picco lo dicono i rivenditori, soprattutto alla Comunità Montana.
"c'è stato un vero e proprio tracollo nelle vendite"
, affermano. I motivi sono molteplici, e c'è anche chi accampa storie sul rispetto della natura, non sapendo magari, osservano gli esperti, che tanto gli abeti andrebbero tagliati comunque. Meglio di plastica insomma, dicono almeno a Città di Castello. Però un mercato tiene ed è quello del meridione. Li la tradizione è ancora forte e l'albero lo vogliono vero, che profumi che perda gli aghi e che attacchi la pece sulle mani quando lo si assesta nel vaso colmo di terra. Quindi i nostri alberelli, una volta raccolti non si fermano più in piazza ma prendono la strada del sud. Pronti a riscaldare le case dei nostri conterranei più in basso, alla faccia di Bossi. Nel frattempo da noi ci si gode l'effetto luminoso, peraltro bello e originale, dell'albero dei desideri, una piramide in tela posizionata nel centro della piazza. Un albero contenitore di palloncini che raccoglie i desideri di tutti i bambini che hanno voglia di un Natale diverso. Alla fine delle feste l'albero verrà aperto e i desideri prenderanno il volo. In senso metaforico, perché il desiderio più desiderato, ogni bambino lo troverà esaudito… siamo sicuri.
Claudio Bianchi
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