"la famiglia Pasqui, che l'anno scorso ha ristrutturato tutta l'area termale, era disposta a pagare una buona uscita di 100mila euro, ma le pretese della Fontecchio Resort sono ferme a 400mila euro."La Fontecchio Resort fu costituita nel 2010, la società Terme di Fontecchio Spa, in questo modo, le concedeva in affitto i rami d'azienda relativi alla gestione dei servizi (albergo, bar e ristorante).
Una scelta fatta all'epoca su impulso di Sviluppumbria e che avrebbe dovuto fare da volano per un rafforzamento delle attività connesse alla struttura, ma che di fatto non si è dimostrata una soluzione vincente.
La società, ricorda lo stesso Monni, è composta da soggetti appartenenti al consiglio di amministrazione del Co.Re.Fi., consorzio fidi della Confesercenti e del collegio sindacale della stessa.
Sulla questione lo scorso giugno la Regione, spiega Monni, aveva preso l'impegno di convocare un tavolo fra le parti vista anche la valenza turistica delle Terme di Fontecchio, ma il consigliere regionale denuncia proprio
"l'inerzia della Regione sia rispetto agli impegni presi, sia sul coinvolgimento originario di una partnership per le Terme in crisi."Non è solo Monni a prendere posizione, la Confesercenti Umbria si è rivolta a uno studio legale, inviando una lettera agli organi nazionali. A renderlo noto è lo stesso consigliere regionale del Nuovo Centrodestra che sottolinea che con la missiva
"di fatto Confesercenti sconfessa i suoi rappresentanti coinvolti nella vicenda", l'associazione chiede inoltre di fare chiarezza sulla gestione della Fontecchio Resort. Va ricordato nel nel 2012 ci fu la trasformazione della Fontecchio Resort da Sri a Sas., assegnando alla Fin. Imp. Sri soda della Co.Re.Fi al 50%} il ruolo di unico socio accomandatario. Successivamente, come ricorda Monni, è nato un contenzioso tra la Fontecchio Resort Sas e Terme di Fontecchio Spa riguardante la contabilità aziendale.
"Se da un lato è vero - conclude Monni - che la vicenda è ormai in mano alla magistratura è altrettanto evidente che le istituzioni devono celermente far sentire la loro pressione nei confronti di un gestore di un bene che ha forti risvolti pubblici e che non può attendere per salvarsi i tempi biblici della giustizia."Una vicenda ancora tutta da capire e per la quale i vari soggetti chiamati in causa potranno chiarire le proprie posizioni.
Corriere dell'Umbria Giovedì 21 Novembre 2013
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