Il duo aveva messo in programma, una scelta di brani su testi di Dante Alighieri e Francesco Petrarca.
La somma poesia su musiche di Rossini, Donizetti, Castelnuovo- Tedesco, Pizzetti. Diremmo, molto meglio: quello che è già musica, rimesso in musica. Ciò che ne è scaturito è stata una serata di alto contenuto culturale e di grande musica allo stesso tempo.
Ad aprire il concerto, un lirica di Rossini su testo tratto dal Canto V dell'Inferno di Dante. Un breve e "leggero" preludio, insieme al successivo brano di Donizetti, che traeva il testo dal medesimo Canto dell'Alighieri, quasi ad introdurre il brano drammaticamente più intenso dell'intero concerto ovvero il Canto XXXIII della Commedia su musica di Gaetano Donizetti.
Intenso per la profondità del dramma del Conte Ugolino e per la struttura musicale molto impegnativa, diremmo quasi orchestrale del pianoforte e altrettanto complesso per la voce del baritono.
Qui Roberto Abbondanza ha saputo sottolineare le più piccole sfumature facendo ricorso ad una varia gamma di dinamiche che ha letteralmente fermato l'attenzione del pubblico.
La pianista, Anna Toccafondi, dal canto suo ha magistralmente sottolineato la parte strumentale, dalle complesse architetture musicali, senza mai eccedere e rendendo il dialogo, voce- strumento, di assoluta bellezza.
Un programma, dicevamo, articolato che dal Conte Ugolino e Donizetti passava a 2 sonetti, tratti da "La Vita Nuova" e dalle "Rime" di Dante Alighieri.
Il primo musicato da Ermanno Wolf-Ferrari e il secondo da Mario Castelnuovo - Tedesco. Qui il trattamento musicale era quasi più etereo ma medesime erano le difficoltà esecutive. La voce impegnata in soluzioni dinamiche e continui salti e il pianoforte si esprimeva in una serie di "pianissimo" al limite dell'udibile che mettevano in luce le qualità di raffinatezza, gusto e sensibilità dei due musicisti.
E il concerto è stato tutto un alternarsi di sensazioni ed un crescendo di emozione da parte del pubblico con il susseguirsi del programma con brani di Hans Guido von Bülow, Ildebrando Pizzetti e, per finire, i Tre Sonetti di Franz List, tratti dal Canzoniere di Francesco Petrarca.
Qui strumento e voce impegnati in un arduo ruolo perfettamente reso dai due musicisti. Il pubblico ha testimoniato il suo apprezzamento con lunghi applausi e richieste di bis. La serata si è quindi conclusa con due fuoriprogramma altrettanto applauditi:
"L'alba separa dalla luce l'ombra"e " 'a vucchella" due liriche di Francesco Paolo Tosti, su testi poetici di Gabriele D'Annunzio.
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