La dottoressa Luisa Simoncini Rosset, friulana, in nome di suo marito Ferdinando Rosset, scomparso nel luglio scorso all'età di 73 anni, donerà alla società sei balestre fino a ieri custodite nell'immensa collezione che lui stesso curava con amorevole passione nella propria abitazione insieme ad armi da fuoco d'ogni epoca, oggetti d'arte, orologi e libri.
Un autentico scrigno di gioielli che profumano di storia. L'uomo Rosset, le sue passioni, l'amore per Gubbio e per la società dei balestrieri. Ne parlerà proprio l'8 novembre nell'ambito della giornata del balestriere la moglie Luisa. Un intervento a cui seguirà l'iter della donazione delle balestre. Ma chi è l'uomo Rosset e come si concretizza l'amore per Gubbio? Nato a Udine nel 1935, laureato in economia ma anche e soprattutto, come lui stesso amava definirsi, "perito industriale", Ferdinando Rosset è stato tra i massimi esperti di centrali idroelettriche, fondatore a livello nazionale di Assoelettrica di Confindustria, già membro dell'Unapace (Unione nazionale autoproduttori e consumatori di energia elettrica).
Fondatore di decine di centrali energetiche, è stato anche manager di valore in Sgea, Idroelettriche Riunite (ha ricoperto il ruolo di presidente) e Fantoni.
Tante le sue passioni a partire dall'astronomia, la musica, Leonardo da Vinci. Fu anche consulente per i musei di Udine grazie alla sua vasta e sicura conoscenza dei pittori veneti e friulani del XVII e XVIII secolo.
Ma, come dicevamo, è stato anche un superbo collezionista. E l'amore per Gubbio? Quasi per caso: vacanze insieme alla moglie in agriturismi della zona lo hanno avvicinato e fatto innamorare della nostra terra e della società dei balestrieri.
Ne è nato un rapporto di rispetto e stima reciproca, una sinergia forte concretizzatasi con visite ricambiate.
"Un museo dal grande pregio, affascinante, ammaliante", ha commentato Ubaldo Orlandi nel definire la collezione ammirata nella casa di Rosset.
Così, a distanza di qualche mese dalla sua morte, la moglie Luisa ha pensato di rinsaldare ancor più quel legame con la donazione di sei pezzi di grande valore che scopriremo proprio la sera dell'8 novembre con una cerimonia che si annuncia suggestiva ed emozionante.
Doveroso analizzare l'oggetto della donazione. Sei balestre. Una da caccia inglese dell'inizio del 1800, un'altra balestra tedesca usata per la caccia datata metà 1700 e ancora una balestrino da tiro a segno per bambino risalente al Xvi-xvii secolo di fabbricazione italo-francese.
Proseguendo nella descrizione troviamo una balestra a mulinello per tiro a segno originaria delle Fiandre (Paese Bassi) costruita tra il 1720 e il 1750, un balestrino a palla di realizzazione toscana e risalente al XVII-XVIII secolo e per finire un balestrino a pallottole tedesco del 1650.
Insomma pezzi di assoluto pregio, caratterizzati da archi in ferro, sopraffine incisioni e meccanismi sofisticati.
La sera dell'8 novembre li potremmo ammirare senza veli. Dulcis in fundo un'occhiata al programma di sabato: nel pomeriggio alle 14,30 al balipedio la gara "medaglia del consiglio", seguirà il "torneo del presidente", alle 18,30 messa nella chiesa di San Giovanni in memoria dei balestrieri defunti e quindi allo Sporting Hotel gran galà con donazione delle balestre, cena e premiazioni
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