sabato 15 ottobre 2011

Il futuro della sanità: 2 sole Asl bastano a garantire i servizi

Ha rivendicato la sua formazione di "contabile" di fronte a un platea essenzialmente composta da medici ed altre figure sanitarie. Perché stavolta, "l'operazione verità", come l'ha più volte chiamata l'assessore regionale alla Sanità, Franco Tomassoni, lo ha portato a esprimere tutto quello che era doveroso far conoscere a chi, quotidianamente opera per garantire servizi sanitari d'eccellenza. Un lungo discorso nel cui incipit l'assessore si è reso disponibile a un ulteriore incontro perché la riforma dell'architettura sanitaria che ha in animo la Regione
"va compresa, capita e soprattutto, va fatta nel più breve tempo possibile."
A chiedere un confronto volto a riflettere sullo stato della sanità nel territorio, sono stati i dirigenti locali del Partito democratico subito dopo la presentazione della bozza di riforma da parte dell'ente di palazzo Donini.
"Ne condividiamo le finalità di razionalizzazione - ha rimarcato il coordinatore Franco Ciliberti - ma vogliamo essere coinvolti nel metodo senza subire diktat o, peggio, pressioni campanilistiche."
Un invito soft, ma ugualmente perentorio alla giunta regionale affinché non penalizzi l'Altotevere e i suoi servizi. Tomassoni ha risposto sviscerando numeri. Impressionanti perché corrispondono alle sottrazioni derivanti dal taglio dei finanziamenti statali. Un mannaia che si abbatterà sull'intero sistema sanitario regionale nel prossimo triennio e che ammonta alla cifra pazzesca di 240 milioni di euro.
"Dobbiamo fare in fretta - ha detto l'assessore - perché più il tempo passa più sono a rischio i servizi essenziali, quelli come lo screening, l'assistenza integrata, la medicina preventiva, che hanno reso l'Umbria tra le regioni più virtuose nel panorama nazionale."
Qualche sussurro ma anche cenni di approvazione in platea alla conferma che le Asl saranno due e non una "per evitare pericolose concentrazioni di potere"e che la loro individuazione non sarà su base provinciale. Sempre due le aziende ospedaliere (Perugia e Terni - ndr.) di cui una integrata con l'università. I tagli ci saranno ma riguarderanno l'architettura logistico funzionale della sanità e non i servizi. Perchè in un sistema che ha molte luci "ci sono anche delle ombre che attengono al costo esorbitante della "mobilità passiva" alla non razionalizzazione dei dipartimenti e alla scarsa integrazione tra la medicina del territorio e l'ospedale con tutti i costi che ne derivano. Il plesso tifernate classificato come Dea ( basato su un modello organizzativo multidisciplinare che riunisce in un'unica struttura diversi specialisti - ndr.) non correrà alcun rischio ma la giunta regionale è comunque intenzionata a ridurre gli ospedali di territorio. Ammettere che la riforma deve essere attuata "è un' operazione di verità" ha ribadito Tomassoni, oltre che "l'unica strada per garantire il principio di equità e di universalità da sempre esplicati per garantire la massima copertura ai bisogni sociali e sanitari". "Il tempo stringe - ha ricordato - e in ballo c'è la sopravvivenza di una rete assistenziale che, in assenza di azioni, potrebbe dover subire pesanti contraccolpi"
Corriere dell'Umbria Venerdì 14 Ottobre 2011

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