Il Benin è una Repubblica Presidenziale di 7 milioni di abitanti incastonata tra gli stati confinanti del Niger, del Burkina Faso, del Togo e della Nigeria, che conquistò l'indipendenza dalla Francia nell'agosto del 1960, e con capitale Porto Novo.
La vicenda che riguarda il cittadino eugubino comincia nell'anno 2001: una sera di primavera Roberto stava tranquillamente cenando in compagnia della moglie in un ristorante di Perugia quando improvvisamente scoppiò una rissa durante la quale venne preso di mira un ragazzo di colore.
Roberto Frizza intervenne per difenderlo e trarlo d'impaccio.
Soltanto in seguito il giovane africano svelò al suo benefattore la propria identità dicendogli: "Mi chiamo Berenger, sono il figlio dell'ex Re del Benin e studio all'università per stranieri di Perugia".
Tra i due nacque subito un'amicizia sincera e spontanea, che si è ulteriormente consolidata con la visita ufficiale di Roberto Frizza in Benin su invito esplicito del rampollo della famiglia reale Berenger e del Re padre.
"All'arrivo a Cotonou sul golfo del Benin venni accolto con onori di stato da tutti i componenti della famiglia reale, assieme ai quali sfilai per le strade della città in un lungo corteo di 17 automobili di grossa cilindrata - racconta il signor Frizza - nei giorni successivi invece Berenger mi accompagnò presso la residenza paterna in mezzo alla foresta a 90km a nord di Cotonou".
Roberto si commuove ancora nel rievocare quell'esperienza unica nella sua vita: "In quei giorni vidi l'Africa vera, il cuore del continente nero, il cielo terso e sereno, la lucentezza delle stelle nella notte limpida, ma anche il grande contrasto tra ricchezza e povertà, tra commercianti benestanti e bambini bisognosi di tutto".
In Benin simboli di elevata condizione sociale sono infatti considerati ad esempio i vestiti di cotone fatti all'uncinetto, l'acqua potabile, la radio e la tv, gli elettrodomestici e l'automobile.
"Il Re padre mi concesse udienza in maniera molto cordiale, invitandomi a partecipare l'indomani alla parata militare in onore del presidente Mathieu Kèrèkou - spiega Roberto - la sicurezza era garantita dai servizi segreti israeliani del Mossad".
Roberto ci mostra il quotidiano locale Fraternite dove in terza pagina campeggia una sua fotografia che lo ritrae in seconda fila dietro la famiglia reale e i componenti del governo.
Poi la burocrazia ha fatto il suo corso e le carte hanno impiegato diversi anni prima di giungere in Italia, ma alla fine il signor Frizza per la sua generosità è stato ricompensato dal giovane Berenger e dall'ex Re padre con il titolo onorifico di reggente del regno del Benin in Italia.
"Carica alla quale tengo molto in segno di amicizia e di riconoscenza fraterna verso Berenger e il popolo del Benin" conclude Roberto Frizza con gli occhi umidi.
Francesco Caparrucci dal Corriere dell'Umbria
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