mercoledì 27 agosto 2008

Wunderkammer ovvero la stanza delle meraviglie

Nel 2007 è stata considerata la mostra più originale dell'anno. Sull'onda del successo ottenuto con la prima edizione e con i suoi tremila visitatori torna "la stanza delle meraviglie" di Wunderkammer, espressione tedesca un po' ostica per i più degli italiani ma che ha il significato preciso di stanza dove vengono raccolti gli oggetti stravaganti e le opere d'arte, un fenomeno nato nel Cinquecento che si è affermato con la voglia di scienza nel Settecento.
La wunderkammer raccoglieva collezioni costose quindi se la potevano permettere solo i nobili e i re , i conventi e i monasteri.
Erano camere nate con lo scopo di stupire, un guazzabuglio di roba, di pesci, uccelli, conchiglie, coralli dal colore strano, zanne, organismi deformi, monete, gioielli e oggetti strani creati dall'uomo.
Meravigliare e stupire è anche lo scopo primario della Wunderkammer tifernate, curata da Ivan Teobaldelli e alloggiata all'interno delle splendide stanze affrescate di Palazzo Vitelli (fino al 14 settembre).
L'anno scorso c'è riuscita appieno con l'enorme dipinto de La femme aux fleurs di Tomassetti, l'istallazione vivente di Adele Heroine di Teobaldelli, del coloratissimo pavone-paravento di Mariacci o il grande albero in fiore di Bhuler, tanto per citare solo alcune delle opere realizzate sul tema dei "sette visi capitali".
Quest'anno l'estro dei venti artisti (Luca Baldelli, Marco Baldicchi, Amedeo Buhler, Mario Bianconi, Fanette Cardinali, Francesco Fantini, Antonella Farsetti, Kiki Fleming, Adele Fontanelli, Giuseppe Friscia, Andre Lensi, Maria Pia Mancini, Fabio Mariacci, Elio Mariuscci, Gino Meoni, Ivan Teobaldelli, Giampaolo Tomassetti, Eleonora Urbani , Cheng Wei, Bruno Zieger) ha inseguito il tema de “I taccuini di viaggio” ispirandosi in partenza proprio da un particolare dei dipinti di Palazzo Vitelli, un medaglione, diventato l'immagine della seconda edizione (nella prima c'erano due pavoni davanti ad una porta in marmo), con riprodotta una flotta di navi in porto che imbarca animali e viveri pronta a salpare chissà per dove.
Così è stato per i 20 artisti impegnati a raccontare con l'arte l'idea del viaggio partendo dalle radici, il luogo dove si è nati, passando dal porto dove inizia l'ignoto arrivando all'approdo, l'isola che non c'è e tutti sognano per concludersi con il ritorno, ovvero l'esperienza ed il ricordo dell'avventura.
Cosa rara tra gli artisti, noti per la loro individualità, i venti di Castello sono riusciti a trovare una amalgama magica che , a nostro avviso, è alla base dell'appeal di questa mostra veramente molto particolare che riesce a strappare un "hoooo" agli adulti più smaliziati ma piacerà sicuramente anche ai loro figli, detentori del primato dei sogni fantastici e della voglia di isole alla Peter Pan.
Dal monopattino in legno di Bianconi, allo scrigno dell'infanzia (una casetta con le spine) di Diotallevi, dal mostriciattolo in acqua di Fantini ai tentacoli di piovra di Mariacci , fino al magico Pinocchio seduto di Watson.
Insomma una mostra davvero sui generis destinata, viste le premesse, a confermare il successo ottenuto lo scorso anno.

Anna Lia Sabelli Fioretti dal Corriere dell'Umbria

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