venerdì 20 maggio 2011

Il festival delle Nazioni 2011 celebra l’Unità d’Italia

Seppure fosse un fatto ormai noto a tutti l'investitura ufficiale avverrà il 23 maggio al Maxxi di Roma quando la governatrice Marini presenterà ai media e agli opinion leader della capitale i suoi tre gioielli più belli in campo culturale: Umbria Jazz, Festival dei Due Mondi e Festival delle Nazioni. Un fatto sinora impensabile per la manifestazione musicale di Città di Castello che fino a qualche anno fa veniva sempre dopo la Sagra Musicale Umbra e a volte persino del Todi Festival. Ora questi ultimi due hanno preso la via del tramonto, più quella di Todi che quella di Perugia mentre il festival tifernate per creatività e proposte ha saputo mantenere alto il proprio prestigio soprattutto in sede ministeriale. Che, è ben noto, quando deve elargire contributi si tiene bene informato sul programma e soprattutto sulle produzioni originali, proprio quelle che consacrano un festival degno di quel nome. Rispetto a qualche mese fa le cose vanno un po' meglio per tutti i grandi appuntamenti culturali umbri, dopo che il Fondo Unico dello Spettacolo è stato rifinanziato, i livelli dei contributi sono tornati ad essere quelli del 2010 anche se nel 2010 le cose non erano certo rose e fiori. Però se in passato il Ministero anticipava l'80% del contributo per permettere lo svolgimento dell'evento, quest'anno (una fregatura comunque la doveva dare) anticiperà soltanto il 50% per cui gli organizzatori saranno costretti a rivolgersi alle banche per pagare gli artisti con un forte aggravio degli interessi sul bilancio finale. Per fortuna ci sono gli enti locali che su alcuni festival ed alcuni enti hanno fatto quadrato perché il livello culturale raggiunto non venisse abbassato a causa delle ristrettezze economiche. Per il Festival delle Nazioni la Regione farà ancora un grosso sforzo confermando i 96 mila euro del 2010 più 20 mila euro per i corsi di perfezionamento. 30 mila più i servizi (e non è poco) verranno messi invece a dispozione dal neo sindaco Bacchetta, 20 mila dalla Provincia. Più ci sono gli sponsor Eni, Enel e Poste, la Camera di Commercio e le fondazioni bancarie di Perugia e Castello. Per arrivare ad un budget di 550 mila euro, "ben lontani" ricorda il vicepresidente Ortalli
"dai due miliardi e mezzo di lire della fine degli anni '90, ai tempi della gestione Fuscagni (oggi sarebbero 1 milione e 200 mila euro)."
Ma se non ci sono i Delon, i Becaud e i Gassman le scelte cui ci ha abituato il direttore artistico Sisillo non danno adito a rimpianti. Magari qualcuna è stata sin troppo colta ma saper lavorare con perizia sul bilanciamento dei gusti e quindi delle proposte è una delle virtù più rare di chi organizza. "Quest'anno "conferma
"ci spostiamo più sul versante popolare proprio perché la 44ma edizione è un omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia e quindi la nazione ospite sarà proprio la nostra.."
Ma nell'orgia di "celebrazioni" che ha coinvolto e sconvolto il Paese riuscire ad essere originali è diventato assai difficile. Il Festival ci riuscirà? Quattordici gli appuntamenti in cartellone. Si parte il 23 agosto della chiesa di S.Domenico con i Virtuosi Italiani che eseguiranno musiche di Rota, Rossini e Verdi. In una serata lirica all'Accademia degli Illuminati verrò effettuata una panoramica della musica risorgimentale (23 agosto). Poi ci sarà spazio anche per Sgarbi in un suo personale omaggio all'arte italiana Il 31 agosto grande appuntamento con il pianista Ramin Bahrami che metterà a confronto Bach con Scarlatti. Il Festival ha in programma due proposte originali. "La piccola vedetta lombarda" composta da Cristian Carrara per 4 voci, coro di voci bianche e ensamble da camera e "Cantiere del poema" nuovissima composizione di Salvatore Sciarrino che torna a collaborare con il festival. Molto meno originale l'idea di proporre "Gian Burrasca", regia di Werthmuller, musica di Rota e interpretato da Elio, già presentato da poco al Morlacchi di Perugia, "ma" promette Sisillo "da allora è molto cambiato". Chiusura alla grande il 4 settembre, come era prevedibile con una grande orchestra, la Sinfonica Rossini, e ben tre cori (Marietta Alboni, Collegio Vocale Tifernum e Ensemble Vocale Schola Cantorum), che eseguiranno i brani più patriottici e più famosi composti da Giuseppe Verdi

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